Scoperta la tomba
di re Erode il Grande.
La lunga ricerca
della tomba di Erode il Grande ha avuto termine con la venuta
alla luce dei resti della sua tomba, sarcofago e mausoleo sulle
pendici nord-orientali del Monte Herodium. Lo ha annunciato il
prof. Ehud Netzer dell’Istituto di Archeologia
dell’Università di Gerusdalemme.
Il prof. Ehud Netzer mentre presenta la
scoperta alla conferenza stampa all'Università di Gerusalemme
[Foto: Sasson Tiram
***
Erode fu re
della Giudea, nominato dai romani, dal 37 a.C. al 4 a.C.. . e
durante il suo regno avvenne la nascita di Gesù a Betlemme.
Indispettito dalla venuta dei Magi che volevano rendere omaggio
al nuovo re degli ebrei, Erode diede ordine di uccidere tutti i
bambini di questa cittadina nell’intento di eliminare questo
Messia di cui parlavano anche le antiche Scritture. La Sacra
Famiglia dovette quindi rifugiarsi in Egitto e fece ritorno in
Galilea solo dopo la morte del re giudeo avvenuta nel 4 a.C.(Mt.
2,16-18).
La collina di Herodium
Erode era rinomato
per i suoi innumerevoli progetti monumentali, tra cui la
ricostruzione del complesso del Tempio di Gerusalemme, il
palazzo di Masada, oltre al complesso dell’Herodium, 15 km a sud
di Gerusalemme. Il
palazzo di Erode venne poi distrutto nel 71 d.C. dall'esercito
romano di Tito, che in quegli anni sedò nel sangue la rivolta
giudaica e avviò con successo una guerra in tutta la regione,
culminata con la presa di Masada e con la distruzione parziale
del secondo tempio (72 d.C.), fatto innalzare un secolo prima
proprio da re Erode.
***
Il
prof. Netzer ha ricordato che l’Herodium «Era una delle
principali fortezze fatte costruire dal re. Era perfettamente
conforme alla sua mentalità far erigere luoghi riparati e ben
difesi. Erode viveva in un costante stato d'ansia e aveva una
terribile paura di attentati: così per garantire la propria
incolumità faceva costruire luoghi protetti dappertutto. Ed è
logico aspettarsi che la sua tomba fosse all'interno di uno di
questi»,
Resti dell'Herodium
L’Herodium, è il
più imponente dei progetti di Erode, l’unico sito che porta il
suo nome, quello dove volle essere sepolto ricordato, il tutto
integrato da un unico, grande palazzo alle soglie del deserto.
Quindi la scoperta della tomba diventa il culmine della ricerca
sul sito.
L’approccio al
sepolcro – che é stato descritto dagli archeologi come uno dei
ritrovamenti più importanti nel paese negli ultimi anni – è
avvenuto attraverso una scala monumentale (larga 6,5 metri) che
portava alla collina costruita appositamente per la processione
funebre. Gli scavi sulle pendici della montagna, sulla cui cima
si trova la famosa struttura, comprendevano un palazzo, una
fortezza e un monumento, e sono cominciati in agosto 2006. La
spedizione era guidata dal prof. Netzer, insieme a Yaakov Kalman
e Roi Porath, con la partecipazione di beduini locali.
Vista del pendio dell'Herodium
nel quale è stata ritrovata la tomba di Erode
[Foto: Hebrew University of Jerusalem]
La posizione e la
natura unica dei reperti, oltre alla documentazione storica, non
lasciano dubbi che questa fosse la tomba di Erode, ha detto il
prof. Netzer. Il mausoleo fu quasi completamente smantellato
nell’antichità. Al suo posto rimase solo una parte del podio ben
costruito: una base fatta di pietra bianca incisa, di forma e
dimensioni mai viste in precedenza ad Herodium.
Tra i molti elementi architettonici di alta qualità, in gran
parte ben decorati, sparsi tra le rovine, spicca un gruppo di
urne decorate, fatte con la forma degli speciali vasi che erano
usati per contenere le ceneri umane. Altre simili si trovano sui
monumenti funebri del mondo nabateo. Le urne avevano un
coperchio triangolare ed erano decorate sui lati.
Sparsi tra le rovine ci sono pezzi di un grande, unico sarcofago
(lungo quasi 2,5 metri), fatto di calcare rossiccio di
Gerusalemme, decorato a rosette. Il sarcofago aveva un coperchio
triangolare, decorato sui lati. Questo sembra essere per certo
il sarcofago di Erode. Solo pochissimi altri sarcofagi dello
stesso genere si conoscono nel paese e si trovano solo in tombe
elaborate come quella famosa del re a Selah a-Din Street, a
Gerusalemme. Benché non siano ancora state trovate iscrizioni,
né sul sarcofago né nei resti dell’edificio, se ne potrebbero
trovare durante la continuazione dello scavo.
Ricostruzione illustrata di un
lato del sarcofago di Erode con incorporati gli elementi che
sono stati ritrovati nel sito
[Foto:
Hebrew University of Jerusalem]
È da notare il
fatto che il sarcofago era rotto in centinaia di pezzi, senza
dubbio deliberatamente. Questa attività, compresa la distruzione
del monumento, sembra abbia avuto luogo negli anni 66-72 a.C.,
durante la prima rivolta degli ebrei contro i romani, quando i
ribelli si impadronivano dei siti, stando a Giuseppe Flavio e
alle testimonianze archeologiche. I ribelli erano noti per il
loro odio per Erode e tutto quello che rappresentava, in quanto
governatore “cliente” dei romani.
La ricerca della tomba di Erode, cominciata attivamente trent’anni
fa, fino alla metà del 2006 si era concentrata sull’Herodium
inferiore, in una zona che era stata costruita espressamente per
il funerale e la sepoltura del re: l’area della tomba. Per
rivelare i resti dell’epoca di Erode, la spedizione è
stata“costretta” dapprima a scavare un grosso complesso di
strutture bizantine (tra cui una chiesa), uno sforzo che ha
richiesto molti anni di scavi.
L’area della tomba comprendeva due edifici monumentali e un
grande bagno rituale ebraico (mikveh), oltre alla grande strada
(lunga 350 metri e larga 30) preparata per il funerale. Quando
non fu trovato alcun segno del sepolcro stesso all’interno
dell’area della tomba, la spedizione cominciò a cercarlo sul
pendio della collina, benché sembri non esserci dubbio che
l’intenzione iniziale del re fosse di essere sepolto dell’area e
che solo più tardi, diventando vecchio, abbia cambiato idea e
abbia voluto essere sepolto nel cono artificiale che dava alla
collina di Herodium la sua attuale inconfondibile forma di
vulcano.
La principale
fonte storica dell’epoca del secondo tempio, lo storico Giuseppe
Flavio, ha descritto il sito dell’Herodium nei dettagli, oltre
al funerale nell’anno 4 d.C.., ma non la tomba vera e propria.
Ecco quello che scrive: “Il funerale del re occupò in seguito
la sua attenzione. Archelaus, non omettendo nulla che potesse
contribuire alla sua magnificenza, tirò fuori gli ornamenti
regali che dovevano accompagnare la processione in onore del
defunto. La bara era di oro massiccio, con pietre preziose, e
aveva una copertura di porpora, ricamata in vari colori; su
questa giaceva il corpo avvolto in una veste viola, con un
diadema sul capo e una corona d’oro, lo scettro vicino alla mano
destra. Intorno alla bara c’erano i figli di Erode e un numeroso
gruppo di parenti; questi erano seguiti dalle guardie, dal
contingente di traci, germani e galli, tutti in assetto da
guerra. Il resto delle truppe marciava davanti, armate e
ordinate, comandate dai comandanti e dagli ufficiali
subordinati; dietro venivano 500 dei servi e dei liberti di
Erode, portando spezie. Il corpo fu poi portato per una ad
Herodium, dove fu sepolto, secondo le direttive del defunto.
Cosi finì il regno di Erode”. (Guerra Giudaica 1,23,9).
Il prof. Netzer iniziò la sua attività archeologica a Herodium
nel 1972, dapprima su piccola scala. La portata del suo lavoro
si ampliò con la decisione di trasformare tutto il complesso
dell’Herodium in un parco nazionale, che avrebbe dovuto occupare
125 acri. L’ampliamento del parco ebbe inizio nel 1980.
Sfortunatamente l’attività sul sito, comprese le ricerche sul
complesso dei tunnel all’interno del monte dei tempi di Kokhba (II
sec. d.C.), si interruppero a causa della prima intifada nel
1987. I lavori ripresero dieci anni dopo e continuarono fino al
2000. Dopo una seconda interruzione, ripresero di nuovo alla
fine del 2005.
Il prof. Netzer aveva ottenuto il suo primo “contatto
ravvicinato” con l’architettura erodiana quando si era unito a
Yigael Yadin (negli anni 1963-66) per la spedizione a Masada. La
sua dissertazione per il Ph.D. sull’ archaeologia, guidata da
Yadin, lo porto ad iniziare gli scavi sia all’Herodium inferiore
che a Gerico, al complesso dei palazzi d’inverno di Asmoneo ed
Erode. Il sito a Gerico, dopo gli scavi di Netzer, mostra oggi
tre palazzi di Erode e un grande complesso ancora ignoto di
palazzi d’inverno asmonei.
Netzer ha anche scoperto altre strutture erodiane in altre parti
del paese e ha scritto vari libri e articoli sull’argomento
dell’architettura erodiana.
adatt. da : israele.net e Ha’aretz
|