Di seguito vi mostriamo un video
registrato al Museo di Nazaret dove sono esposti antichi reperti
archeologici risalenti all'età del bronzo ritrovati nella parte
alta di Nazaret e
che testimoniano come questo villaggio esisteva sin dall'età del
bronzo (2000-1500 a.C.)
Nel 1962
l'archeologo israeliano M. Avi Jonah con la sua scoperta dava
prova storica che Nazareth esiteva già 300
anni prima di Cristo.
Nazaret (dove secondo gli evangelisti Gesù avrebbe vissuto i
suoi anni oscuri prima di iniziare la predicazione) non è mai
citata nell'Antico Testamento. E non è nominata neppure negli
antichi commentari ebraici alla Scrittura. Una situazione
sorprendente, visto che in quei libri troviamo traccia di borghi
ben più insignificanti di quanto dovesse essere questa "patria"
di Gesù.
Anche su Nazareth e sull'aggettivo
Nazareno con cui Gesù è chiamato dagli evangelisti e si sono
così scatenate le interpretazioni. Un mito, certamente; un nome
simbolico per una città immaginaria.
Nel 1962, però, una èquipe di
archeologi israeliani diretta dal prof. Avi Jonah
dell'università di Gerusalemme, compì una campagna di scavi tra
le rovine di Cesarea Marittima, sede estiva dei procuratori
romani in Giudea.
Da quelle rovine gli archeologi estrassero una
lapide in marmo grigio, di circa 15 centimetri per 12, con
quattro righe di iscrizione in scrittura ebraica quadrata,
sicuramente non posteriore al terzo secolo prima di Cristo. Su quell'antico marmo, inciso quindi almeno trecento anni prima di
Gesù, una grossa sopresa: il nome di una località, quello di
Nazareth.
Per la prima volta era raggiunta la
sicurezza scientifica dell'esistenza della città ai tempi di
Gesù. Nella fossa degli scavatori israeliani cadevano le
innumerevoli teorie elaborate per spiegare le ragioni per cui i
vangeli avrebbero inventato un posto chiamato Nazareth.
Spiace che, malgrado quel marmo di Cesarea
sia esposto da anni al museo archeologico di Gerusalemme [attualmente,
conservata in un Museo nei pressi di Cesarea di proprieta dell'Autorità Israeliana per le Antichità, nota
di redazione-gesustorico.it], si susseguono ancora
interpretazioni che lo ignorano. Un difetto d'informazione che
dà un sapore quasi comico alle molte pagine sui "significati
mitologici dei termini Nazareth e Nazareno" che ancora si
pubblicano gabellandole per scientifiche.
"Vita di Gesù" di Marello Craveri [...]:
"Secondo vari studiosi - informa Craveri - Nazareth non è mai
esistita". Quindi, l'appellativo Nazareno dato a Gesù nel
Nuovo Testamento sarebbe da "ricollegare al vocabolo aramaico
Nazirà con cui a quei tempi erano chiamati coloro che avessero
fatto voto, perenne o temporaneo, di castità edi obbedienza,
tenendo la chioma intonsa per la durata del voto".
Oppure (informa ancora il volenteroso
studioso) si deve cercare l'etimologia nel termine siriaco
nasaya che significa "protetto da Dio". Oppure:
l'appellativo deriverebbe da netser che significa "ramo,
virgulto, rampollo". Quindi, il vangelo di Matteo in particolare
avrebbe inventato una città di nome Nazareth per poter chiamare
il suo eroe
Nazareno e in tal modo dimostrare che si era verificata la
profezia dell'Antico Testamento che dice: "Un ramo uscirà dal
tronco di Jesse e un rampollo (netser) spunterà dalle sue
radici".
Tutte interpretaizioni legittime,
insiste Craveri, in quanto "non si hanno notizie precise circa
l'esistenza di una località di nome Nazaeth ai tempi di Gesù".
Mentre si scrivevano queste righe, da 12 anni
la lapide del III secolo a.C. con l'iscrizione Nazareth
era esposta in una vetrinetta di un museo della Repubblica di
Israele.
Tratto da:
Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, SEI, Torino 1976, pp.231-232 -