Il Codice Da Vinci si apre con
l'orribile delitto del curatore del Louvre avvenuto proprio
all'interno dello stesso museo. Le indagini sull'omicidio
coinvolgono Robert Langdon, un professore di simbologia della
Harvard e la nipote della vittima, la criptologa Sophie Nevue.
Insieme allo storico milionario Leigh Teabing fuggono da Parigi
verso Londra braccati dalla polizia e da un "monaco" albino
dell'Opus Dei di nome Silas che non si fermerà davanti a niente
pur di impedire loro di trovare il "Graal".
Il frenetico svolgimento della trama non
impedisce all'autore di impartire la sua brava lezione. Prima
che la storia giunga a compimento, il lettore incontra una
raffica di codici, puzzles, misteri e cospirazioni. Con il suo
principio più volte enunciato "tutti amano una cospirazione",
Brown ricorda la famosa autrice che fabbricava il suo prodotto
studiando le caratteristiche di 10 precedenti best-sellers.
Sarebbe troppo facile criticarlo per l'inconsistenza dei
personaggi, per la prosa banale e l'improbabile vicenda. Ma
Brown, più che scrivere male adotta un modo di scrivere
particolare tale da attirare volutamente un pubblico femminile
(le donne, dopotutto, sono le maggiori acquirenti di libri della
nazione). Egli ha coniugato la trama di un thriller con la
tecnica del romanzo rosa. Si può notare come ogni personaggio
sia un modello estremo, il tipo brillante, ruffiano, sinistro o
psicotico che si muovono in contesti sontuosi ma stranamente
monotoni. Evita scene truculente e acrobazie in camera da letto,
mostrando soltanto un rapido bacio e un rituale sessuale
realizzato da una coppia sposata. Le allusioni scabrose sono
appena accennate sebbene il testo indugi su sanguinose
mortificazioni dell'Opus Dei. Per farla breve, Brown ha
fabbricato un romanzo perfetto per un club librario femminile.
La mancanza di serietà di Brown si manifesta nel gioco di parole
che caratterizza il nome dei suoi personaggi - Robert Langdon ,
“bright fame long don” (famoso e virile); Sophie Nevue, “wisdom
New Eve” (saggezza Nuova Eva); l'irascibile detective Bezu Fache,
"zebu anger", (l'ira dello zebù). Il servo che conduce la
polizia fino a loro è Legaludec, "legal duce" (duce legale). Il
curatore assassinato prende il suo cognome, Saunière, da un vero
sacerdote cattolico le cui ciarlatanerie occulte scatenarono
interesse nel segreto del Graal.
Sebbene l' ampio uso di formule romanzesche
possa essere il segreto del successo di Brown, sicuramente il
messaggio anti-cristiano del romanzo gli ha dato una spinta nei
circoli editoriali: Il Codice Da Vinci ha debuttato in
cima alla lista dei best-seller del New York Times. Manovrando
il pubblico attraverso gli artifici letterari, Brown invita i
lettori a identificarsi con i suoi personaggi intelligenti e
affascinanti che non si sono fatti ingannare dalle imposture del
clero che nasconde la "verità" su Gesù e sua moglie. Un
messaggio blasfemo è espresso sottotono in modo malizioso: "Ogni
fede al mondo è basata su una invenzione".
Ma anche Brown ha i suoi limiti. Per eludere
le accuse di evidente fanatismo, inserisce uno sviluppo
imprevisto nella storia che assolve la Chiesa dall'omicidio. E
sebbene presenti il cristianesimo come una falsa derivazione
della vera religione, è disposto a tollerarlo per le sue opere
di carità. (Naturalmente il cattolicesimo diventerà ancora più
tollerabile una volta che il nuovo papa progressista eletto nel
precedente romanzo di Brown, Angels & Demons, abbandonerà
gli anacronistici insegnamenti. "Le leggi del terzo secolo non
possono essere applicate ai moderni seguaci di Cristo," dice uno
dei cardinali progressisti del libro.)
Da quali fonti ha tratto tutto questo?
Brown cita le sue fonti principali nel testo
del romanzo.Uno è un saggio di cultura femminista universitaria:
The Gnostic Gospels di Elaine Pagels. Le altre sono
famose storie esoteriche: The Templar Revelation: Secret
Guardians of the True Identity of Christ di Lynn Picknett ae
Clive Prince; Holy Blood, Holy Grail di Michael Baigent,
Richard Leigh, e Henry Lincoln; The Goddess in the Gospels:
Reclaiming the Sacred Feminine e The Woman with the
Alabaster Jar: Mary Magdalen and the Holy Grail, entrambi di
Margaret Starbird. Un'altra influenza, almeno di secondo grado,
è The Woman’s Encyclopedia of Myths and Secrets di
Barbara G. Walker. L'uso di fonti così inaffidabili smentisce la
pretesa di storicità di Brown. Ma la finzione sembra aver
ingannato almeno qualcuno dei suoi lettori - in una recensione
del New York Daily News si leggeva, "La sua ricerca è
impeccabile".
Ma a dispetto delle sue arie da erudito, uno
scrittore che pensa che i Merovingi abbiano fondato Parigi e
dimentica che i Papi un tempo vivevano ad Avignone difficilmente
può essere considerato un ricercatore esemplare. E dichiarare
che la Chiesa ha bruciato 5 milioni di donne come streghe
dimostra un'ostinata e maliziosa ignoranza dei dati storici. Le
stime più recenti riguardo le morti provocate dalla caccia alle
streghe in Europa indicano fra le 30.000 e le 50.000 vittime.
Non tutte furono giustiziate dalla Chiesa, non tutte furono
donne e non tutte furono bruciate. L'affermazione di Brown che
le donne istruite, le sacerdotesse e le levatrici fossero le
vittime prescelte dai cacciatori di streghe non solo è falsa, ma
svela la parzialità delle sue fonti.
Una moltitudine di errori
Il Codice Da Vinci è talmente carico
di errori che il lettore istruito applaude quelle rare occasioni
in cui Brown inciampa, nonostante tutto, nella verità. Alcuni
esempi della sua "impeccabile" ricerca: egli sostiene che i moti
del pianeta Venere tracciano un pentacolo (il cosiddetto
pentagramma Ishtar) che simboleggia la divinità femminile. Ma
esso non è una figura perfetta e non ha niente a che vedere con
la cadenza delle olimpiadi. Gli antichi giochi olimpici erano
celebrati in onore di Giove, non di Afrodite, e avevano luogo
ogni 4 anni. La tesi di Brown che i 5 anelli collegati dei
moderni giochi olimpici siano un tributo segreto alla divinità
femminile è altresì sbagliato - ogni serie di giochi doveva
aggiungere un anello al disegno ma gli organizzatori si
fermarono a 5. E i suoi sforzi di leggere una propaganda alla
divinità femminile nell'arte, nella letteratura e perfino nei
cartoni della Disney sono semplicemente ridicoli.
Ma un esempio ancora più eclatante è il
trattamento riservato da Brown all'architettura gotica definita
come uno stile pieno di simboli del culto all'elemento femminile
e messaggi in codice per confondere i profani.. Basandosi
sull'affermazione di Barbara Walker che "come un tempio
pagano la cattedrale gotica rappresenta il corpo della divinità
femminile", The Templar Revelation asserisce: "Il
simbolismo sessuale è presente nelle grandi cattedrali gotiche
che furono ideate dai Cavalieri Templari......due delle quali
rappresentano l'anatomia intima femminile: l'arcata che
introduce il fedele nel corpo di Madre Chiesa evoca la vulva.
Nel Codice Da Vinci queste opinioni sono espresse nella
descrizione di un personaggio che parla di "una cattedrale
dalla lunga navata vuota come tributo segreto al grembo di una
donna....completa di sfuggenti rilievi labiali ed un piccolo
pentalobo a forma di clitoride sopra la soglia."
Queste osservazioni non possono essere
liquidate come opinioni di un imbroglione; Langdon, l'eroe del
libro, fa riferimento a sue proprie letture sul simbolismo del
principio femminile a Chartres. Queste bizzarre interpretazioni
rivelano un'assoluta mancanza di conoscenza degli attuali
sviluppi dell'architettura gotica e correggere gli innumerevoli
errori diventa un esercizio veramente noioso: i Templari non
avevano nulla a che fare con le cattedrali del loro tempo che
erano commissionate dai vescovi e dai loro canonici in tutta
Europa. Erano uomini illetterati senza alcuna arcana conoscenza
della "geometria sacra" trasmessa dai costruttori di piramidi.
Non svolgevano lavoro manuale sui loro stessi progetti né
fondavano corporazioni di muratori per costruire per conto
terzi. Non tutte le loro chiese erano circolari nè la
circolarità era una provocazione verso la Chiesa. Invece che
essere un tributo al divino femminino le loro chiese rotonde
onoravano la Chiesa del Santo Sepolcro.
In realtà se guardiamo alle chiese gotiche e
a quelle precedenti si dissolve l'idea del simbolismo femminile.
Le grandi chiese medioevali avevano tre porte frontali ad ovest
più tripla entrata ai loro transetti a nord e a sud. (Quale
parte dell'anatomia femminile rappresenta un transetto? O la
piega della navata laterale di Chartres?) Le chiese romaniche -
comprese quelle che precedono la nascita dei templari - hanno
decorazioni simili sulle arcate che sovrastano i loro ingressi.
Sia le chiese gotiche che romaniche hanno la lunga navata
rettangolare ereditata dalle basiliche della tarda antichità,
derivata in ultima analisi dagli edifici pubblici romani. Nè
Brown nè le sue fonti considerano quale simbolismo intravedevano
nell'architettura delle chiese uomini medioevali come Suger di
St.-Denis o William Durandus. Sicuramente non era il culto alla
divinità femminile.
False affermazioni
Le sue ostinate distorsioni storiche vanno di
pari passo con le sue bizzarre affermazioni su argomenti
controversi. L'approccio di Brown sembra consistere
nell'impadronirsi di ampi stralci delle fonti da lui citate e
mescolarle insieme per farne una storia. Da Holy Blood, Holy
Grail, Brown ricava il concetto del Graal come metafora di
una sacra discendenza storpiando arbitrariamente un termine
francese medioevale Sangraal (Santo Graal) in sang
(sangue) e raal (reale). Questo santo sangue risalente a
Gesù e a sua moglie, Maria Maddalena, e successivamente alla
dinastia Merovingia, sopravvive in alcune famiglie francesi
moderne, compresa quella di Pierre Plantard, il capo di un
misterioso Priorato di Sion. Il Priorato - una reale
organizzazione ufficialmente riconosciuta dal governo francese
nel 1956 - fa delle straordinarie rivelazioni sull'antichità
come il "reale" potere che si celerebbe dietro i Cavalieri
Templari. Si pensa che sia sorto dopo il secondo conflitto
mondiale e la sua esistenza è divenuta di dominio pubblico nel
1962. Ad eccezione del regista Jean Cocteau, l'elenco dei suoi
Grandi Maestri , che include Leonardo da Vinci, Issac Newton e
Victor Hugo - non è credibile, sebbene sia presentata come vera
da Brown. Brown non accetta la motivazione politica per le
attività del Priorato. Invece fa sua la versione contenuta in
The Templar Revelation secondo la quale si tratterebbe di
un'organizzazione segreta di adoratori della divinità femminile
che hanno custodito l'antica sapienza gnostica e le prove della
vera missione di Cristo, che rovescerebbero completamente la
Cristianità qualora venissero rivelate. E' significativo che
l'autore ometta di riportare il resto della tesi che vede in
Cristo e nella Maria Maddalena due partner sessuali intenti a
realizzare i misteri erotici di Iside. Forse anche un pubblico
sempliciotto ha i suoi limiti.
Sia da Holy Blood, Holy Grail che da
The Templar Revelation Brown trae una visione negativa
della Bibbia e un'immagine di Gesù grossolanamente distorta.
Egli non è né il Messia ne un umile falegname, ma un ricco ed
esperto maestro religioso intenzionato a riconquistare il trono
di Davide. Le sue credenziali sono accresciute dalla sua
relazione con la ricca Maddalena che porta il sangue reale di
Beniamino: "Quasi tutto quello che ci hanno insegnato i
nostri padri su Gesù è falso" lamenta un personaggio del
romanzo. Invece è la cristologia di Brown ad essere falsa in
modo lampante. Egli pretende di presentare il Nuovo Testamento
come un prodotto post-costantiniano che ha sostituito il vero
racconto rappresentato dagli scampati testi gnostici. Egli
sostiene che all'inizio Cristo non era considerato Dio fino a
quando, nel 325, il Concilio di Nicea lo riconobbe tale su
ordine dell'imperatore. Poi Costantino, un adoratore del sole,
fece distruggere tutti i testi originali delle Scritture,
motivo per cui non esistono Vangeli databili prima del quarto
secolo. I cristiani non riuscirono ad accorgersi dell'improvviso
e drastico cambiamento nella loro dottrina. Ma per uno specioso
ragionamento di Brown, nemmeno l'Antico Testamento può essere
autentico perché le scritture ebraiche non hanno più di mille
anni. Eppure i testi furono trasmessi così accuratamente da
combaciare bene con i rotoli del Mar Morto di un migliaio di
anni prima. Analisi del testo più collegamenti storici datano
con certezza i Vangeli ortodossi al primo secolo e indicano che
sono precedenti alle contraffazioni gnostiche. (Le epistole di
S. Paolo sono, ovviamente, ancora precedenti ai Vangeli). I
documenti della Chiesa primitiva e la testimonianza dei Padri
ante-niceani confermano che i cristiani hanno sempre creduto che
Gesù è il Signore, Dio e Salvatore - anche quando questo credo
significava la morte. Il primissimo canone della Scrittura
risale al tardo secondo secolo e già rigetta gli scritti
gnostici. Per Brown non è sufficiente attribuire a Costantino la
divinizzazione di Gesù. L'antica adesione dell'imperatore al
culto del Sole Invincibile è l'occasione per riproporre il culto
del sole come nuova fede. Brown insiste con vecchie accuse
(ormai confutate da tempo) di violenti anti-cattolici come
Alexander Hislop che accusava la Chiesa di perpetuare i misteri
babilonesi. Non sorprende più di tanto quindi che Brown
approfitti di ogni occasione per criticare la Chiesa e i suoi
fedeli. (La Chiesa in questione è sempre la Chiesa Cattolica ).
Egli ha l'abitudine ormai anacronistica di riferirsi alla Chiesa
definendola come "il Vaticano", anche quando i Papi non
risiedevano là. Sistematicamente la descrive come disonesta,
assetata di potere, astuta e criminale.: "La Chiesa può non
utilizzare più le crociate per fare delle stragi, ma la sua
influenza non è per questo meno persuasiva e neanche meno
insidiosa."
Il culto della divinità femminile e la
Maddalena
Ma la cosa peggiore di tutte agli occhi di
Brown è che la Chiesa, nemica del piacere, del sesso e delle
donne, abbia soppresso il culto alla divinità femminile.
L'autore sostiene che il culto al principio femminile era
diffuso universalmente nel paganesimo pre-cristiano con l'hieros
gamos (matrimonio sacro) come rito centrale. Il suo entusiasmo
per i riti di fertilità è entusiasmo per la sessualità, non per
la procreazione. Come se non bastasse, Brown sostiene che gli
Ebrei nel Tempio di Salomone adoravano Jahvè e la sua
controparte femminile, la Shekinah, attraverso i servizi delle
prostitute sacre - forse una versione distorta della corruzione
del Tempio dopo Salomone (1 Re 14,24 e 2 Re 23,4-15). Inoltre
asserisce che il tetragramma YHWH deriva da "Jehovah, (Geova
in italiano) l'unione fra il maschile Jah e Havah, nome
pre-ebraico per Eva." Ma come ogni studente di Scrittura del
primo anno può dirci, Geova è in realtà una traduzione risalente
al 16° secolo del termine Jahvé realizzata usando le vocali del
termine Adonai (Signore). La divinità femminile non dominava nel
mondo pre-cristiano - nè nelle religioni di Roma, nè nelle terre
dei Barbari, nè in Egitto e neanche nei paesi semitici dove i
matrimoni sacri erano una pratica antica.
Contrariamente ad un'altra affermazione di
Brown, le carte dei tarocchi non insegnano una dottrina sacra
femminile. Furono inventate come gioco innocente nel 15° secolo
e non hanno avuto alcun significato occulto fino al tardo 18°
secolo. Le confezioni delle carte da gioco non riportano alcun
simbolo del Graal. La tesi che i diamanti simboleggino i
pentacoli è una deliberata distorsione dell'occultista inglese
A. E. Waite. E il numero 5 - così importante per i puzzles di
Brown - ha dei legami con la divinità femminile così come ce
l'hanno miriadi di altre cose, inclusa la vita umana, i 5 sensi
e le 5 piaghe di Cristo.
Il trattamento riservato a Maria Maddalena è
veramente deludente. Nel Codice Da Vinci non è la
prostituta pentita, ma la regale consorte di Gesù e il capo
designato della Sua Chiesa, soppiantata da Pietro e diffamata
dagli uomini di Chiesa. Essa fuggì in occidente con la sua
discendenza rifugiandosi in Provenza, dove i Catari medioevali
avrebbero custodito gli insegnamenti originali di Gesù. Il
Priorato di Sion tuttora custodisce la reliquia della Maddalena,
che i Templari portarono alla luce dal sotteraneo Santo dei
Santi e protegge anche i suoi discendenti - inclusa l'eroina di
Dan Brown. Sebbene molte persone ancora si figurano la Maddalena
come una donna peccatrice che unse Gesù e la mettono sullo
stesso piano di Maria di Betania, questa fusione è in realtà
opera di Papa S. Gregorio Magno. L'oriente le ha sempre tenute
separate e ha sempre detto che la Maddalena, "apostola degli
Apostoli", morì a Efeso. La leggenda del suo viaggio in Provenza
non risale a prima del 9° e quella secondo la quale là si
troverebbero anche le sue reliquie risale al 13° secolo. I
critici cattolici hanno sgonfiato la leggenda e distinto le tre
donne a partire dal 17° secolo. Brown utilizza due documenti
gnostici, il Vangelo di Filippo e il Vangelo di Maria, per
provare che la Maddalena fu la compagna di Gesù, alludendo alla
loro relazione sessuale. Gli Apostoli erano gelosi che Gesù la
"baciasse sulla bocca" e la preferisse a loro. Cita
esattamente gli stessi passaggi citati in Holy Blood, Holy
Grail e in The Templar Revelation e riprende persino
il riferimento di quest'ultimo a The Last Temptation of
Christ. Quello che questi libri non menzionano è il
famigerato versetto finale del Vangelo di Tommaso. Quando Pietro
sarcasticamente dice che "le donne non sono degne della Vita",
Gesù risponde, "Io stesso la guiderà per renderla
maschio....Poiché ogni donna che si renderà maschio entrerà nel
Regno dei Cieli." Sicuramente è un modo bizzarro per
"onorare" la propria sposa o esaltare la condizione femminile.
I Cavalieri Templari
Allo stesso modo Brown distorce la storia dei
Cavalieri Templari. I Cavalieri, il più antico degli ordini
religioso-militari, furono fondati nel 1118 per proteggere i
pellegrini in Terra Santa. Il loro ruolo fu approvato nel 1128 e
generose donazioni garantirono loro numerose proprietà in
Europa. Diventati superflui dopo la caduta dell'ultima
roccaforte dei Crociati nel 1291, la loro ricchezza (erano anche
banchieri) attirò su di essi grande ostilità. Maliziosamente
l'autore ascrive la soppressione dei Templari al "machiavellico
Papa Clemente V", che essi ricattavano con il segreto del Graal.
Grazie ad una sua ingegnosa montatura, i soldati del Papa
arrestarono improvvisamente tutti i Templari. Accusati di
satanismo, sodomia e blasfemia furono torturati per ottenere una
confessione e bruciati come eretici, le loro ceneri buttate
sbrigativamente nel Tevere. Ma nella realtà, l'iniziativa di
eliminare i Templari venne da re Filippo il Bello di Francia, i
cui ufficiali compirono gli arresti nel 1307. Quasi 120 templari
furono bruciati dai Tribunali dell'Inquisizione locali per non
aver confessato o per aver ritrattato una confessione, come
accadde con il Grande Maestro Jaques de Molay. Clemente, un
francese debole e malato manovrato dal suo re, non bruciò
nessuno a Roma poiché fu il primo Papa a regnare da Avignone.
Inoltre il misterioso idolo di pietra che secondo l'accusa i
Templari avrebbero adorato, è associato alla fertilità in solo
una delle centinaia di confessioni rilasciate. La sodomia era la
scandalosa accusa - forse vera - contro l'ordine, non la
fornicazione rituale. I Templari hanno suscitato l'interesse
degli occultisti da quando il loro mito di maestri della
sapienza segreta e dell'enorme tesoro hanno cominciato a
fondersi nel tardo18° secolo. Massoni e persino i Nazisti li
hanno salutati come fratelli. Adesso è il turno dei
neo-gnostici.
Come travisare Leonardo Da Vinci
Le interpretazioni revisioniste dell'autore
su Leonardo Da Vinci sono distorte tanto quanto il resto delle
sue informazioni.Sostiene di essersi imbattuto in queste
opinioni "mente studiavo storia dell'arte a Siviglia", ma esse
corrispondono punto per punto al materiale contenuto in The
Templar Revelation. L' analisi che Brown fa dell'opera di
Da Vinci è semplicemente ridicola. presenta la Monna Lisa come
un autoritratto androgino quando è risaputo che ritrae una donna
reale, Madonna Lisa, moglie di Francesco di Bartolomeo del
Giocondo. Il nome certamente non è - come asserisce Brown - un
beffardo anagramma di due divinità egizie della fertilità Amon e
L'Isa. Come può dimenticare la teoria proposta dagli autori di
The Templar Revelation, che il sudario di Torino è un
autoritratto fotografico di da Vinci? Gran parte degli argomenti
addotti da Brown ruotano intorno all'Ultima cena di da Vinci, un
dipinto che l'autore sostiene essere in messaggio in codice che
rivela la verità su Gesù e il Graal. Brown adduce la mancanza di
un calice al centro del tavolo come prova che il Graal non è un
recipiente materiale. Ma il dipinto di Leonardo vuole
rappresentare particolarmente il momento in cui Gesù avverte,
"uno di voi mi tradirà" (Gv 13,21). Non c'è nessun racconto
dell'istituzione dell'Eucarestia nel Vangelo di Giovanni. E la
persona che siede vicino a Gesù non è Maria Maddalena (come vuol
far credere Brown) ma S. Giovanni, ritratto come il consueto
giovane effemminato di Da Vinci, comparabile al suo S. Giovanni
il Battista. Gesù è esattamente al centro del dipinto, con due
gruppi piramidali di 3 apostoli per ogni lato. Sebbene Leonardo
fosse un omosessuale spiritualmente tormentato, la tesi di Brown
secondo la quale egli avrebbe codificato i suoi dipinti con
messaggi anti-cristiani semplicemente non sta in piedi.
Il pastrocchio di Brown
In definitiva Dan Brown ha realizzato solo un
misero e ingarbugliato scritto. Perché allora disturbarsi a
leggere un romanzo privo di valore? La risposta è semplice:
Il Codice Da Vinci alimenta la corrente esoterica. Può fare
per lo gnosticismo ciò che The Mists of Avalon ha fatto
per il paganesimo - conquistare il consenso popolare. Dopo
tutto, quanti lettori profani si accorgeranno delle evidenti
inesattezze fatte passare per verità? Inoltre, nel fare false
asserzioni di erudizione, il libro di Brown infetta i lettori
con una virulenta ostilità verso il Cattolicesimo. Dozzine di
libri di storia occulta, comodamente linkati da Amazon.com,
seguono la sua scia. E gli scaffali dei best sellers ora
pullulano di menzogne che pochi comprerebbero se non ci fosse un
collegamento con il Codice Da Vinci. Se anche l'attacco
di Brown alla Chiesa Cattolica attira su di essa l'attenzione
della gente, ne avremmo fatto volentieri a meno.