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Storicità dei Vangeli

CRITERI LETTERARI DI STORICITA' DEI VANGELI

di: Redazione - gesustorico.it

L’attività critica nei confronti dei vangeli si è sviluppata nel corso dei secoli a partire dall’epoca moderna fino ai nostri giorni. Essa ha conosciuto 3 fasi: la prima ricerca è risalente al tentativo della scuola liberale della Leben Jesu Forschung di ricostruire una biografia di Gesù basandosi sulle fonti di Marco e Quelle (la cosiddetta fonte Q).

La nuova ricerca è stata invece iniziata da Kaseman che, in reazione al suo maestro R. Bultmann, sostenne la validità storica dei vangeli e la necessità di fondare la fede cristiana su tale base storica.

La cosiddetta terza ricerca è scaturita da un cambiamento del livello su cui si ponevano le due ricerche precedenti. Si passa infatti dallo studio delle forme letterarie e di redazione, allo studio sull’autenticità storica dei vangeli mettendo a punto, a tal proposito, dei criteri di verificabilità storica degli scritti evangelici.

Certo, come in tutte le ricerche su un argomento, nel nostro caso i vangeli nella loro attendibilità storica, bisogna ammettere che c’è sempre una posizione e un punto di vista di partenza soggettivo che riguarda colui che compie la ricerca: lo storico. Infatti, se non si è il più possibile oggettivi e “neutri” nell’operare, si rischia di trarre dalla propria ricerca dei risultati che nel nostro caso specifico ci danno un’immagine di Gesù ora politica, ora idealista, ora troppo a carattere sociale, etc.

Analizziamo, dunque, i criteri di attendibilità storica messi a punto dalla “terza ricerca” su Gesù di Nazareth.

 

1) Criterio di discontinuità.

Un importante  e valida prova della storicità dei vangeli e dell’esistenza di Gesù è data dalla discontinuità che egli ha dimostrato nei confronti dell’ambiente giudaico nel quale ha vissuto. La sua posizione, ad esempio, nei confronti del legalismo giudaico per l’osservanza della legge; la nuova immagine che dà di Dio chiamandolo Abbà (Padre); la sua predilezione per i deboli e i poveri considerati, nella mentalità comune del tempo, maledetti ed abbandonati da Dio; etc. sono tutti elementi che contrastano con la mentalità del suo ambiente così rigorosamente posto sotto degli schemi e delle prescrizioni inattaccabili e considerate sacre. E se dunque Gesù è stato portatore e fondatore di un nuovo modo di vivere la fede ed ha operato con tale autorità nel dare la Nuova Legge, possiamo a ragione credere che questi sono elementi molto sicuri della sua effettiva esistenza storica.

 

2) Criterio di conformità

Un altro criterio che attesta la storicità di Gesù è quello che ci offre l’immagine di Gesù  come un uomo che ha parlato il linguaggio del suo tempo, che appare inserito nel suo ambiente, che è innanzitutto un giudeo, che mostra dei tratti storici che lo contraddistinguono e che sono riconducibili alla sua epoca.

Questo criterio, che ci da la validità storica di Gesù poiché egli ci appare una persona che ha vissuto nel suo tempo, è da usare accanto al primo criterio, quello di discontinuità, per controbilanciare quest’ultimo nel momento in cui ci da un Gesù troppo estraneo e quasi fuori dal suo tempo, inserendolo giustamente nel contesto storico cui Gesù è appartenuto, senza comunque sottovalutare la notevole novità è superiorità di Gesù rispetto al suo tempo.

 

3) Criterio dell’imbarazzo

Tale criterio riguarda la Chiesa primitiva e soprattutto gli apostoli e i discepoli che per primi hanno annunciato la sua resurrezione. Infatti, avrebbe creato senz’altro un grande imbarazzo alla Chiesa farsi portavoce soltanto di un mito come quello della resurrezione e dell’esistenza straordinaria di Gesù, se questi fatti non fossero veramente accaduti. Perché un gruppo di persone avrebbe inventato una storia così fantastica e scandalosa per quei tempi tanto da rischiare la persecuzione e la morte come è effettivamente stato? Le conseguenze drammatiche a cui portò l’annuncio di Gesù morto e risorto da parte della Chiesa erano ben accette dai primi cristiani poiché essi stessi erano stati in realtà testimoni di un fatto inaudito e sconvolgete come quello dell’evento di Gesù, per cui andava la pena senz’altro di incorrere nel pericolo della persecuzione e del martirio.

 

4) Criterio dell’attestazione multipla

Questo criterio tiene conto dei vangeli considerandoli contemporaneamente. È vero un fatto quando è riportato da più fonti, nel nostro caso i Vangeli. Fatti uguali sono riscontrabili nei vangeli ma nonostante tali  fatti sono narrati con diversità dall’uno all’altro vangelo, la presenza contemporanea e tale diversità insieme sono evidente prova di autenticità storica del fatto. Le differenze che possiamo notare nella narrazione di un fatto attestato nei vari vangeli è da ricollegare alla personalità del redattore, alle su caratteristiche redazionali e letterarie, alla sua cultura, nonché alla sua intenzione teologica.


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